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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Perché leggere “L’Orologio” di Levi risolve i nostri dubbi su chi votare alle elezioni imminenti

“La notte, a Roma, par di sentire ruggire leoni. Un mormorio indistinto è il respiro della città, fra le sue cupole nere e i colli lontani, nell’ombra qua e là scintillante; e a tratti un rumore roco di sirene, come se il mare fosse vicino, e dal porto partissero navi per chissà quali orizzonti. E poi quel suono, insieme vago e selvatico, crudele ma non privo di una strana dolcezza, il ruggito dei leoni, nel deserto notturno delle case”. Queste parole rappresentano uno dei più importanti incipit nella storia contemporanea della letteratura italiana. Le scrisse Carlo Levi – medico, pittore, intellettuale antifascista nato a Torino nel 1902 – per descrivere la Roma malata negli immediati giorni del dopoguerra. Finzione e realtà si mescolavano per restituire il clima politico di una crisi di governo, quella dell’esecutivo presieduto da Ferruccio Parri, il primo formatosi in Italia dopo il 25 aprile del 1945. Su questa immagine enfatica della città eterna Levi andò poi a costruire tutta la