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Visualizzazione dei post da agosto, 2010

Baarìa, la mafia come accessorio

Il post è stato pubblicato su Strozzateci tutti Tante bandiere rosse tutte insieme si ricordano nei due atti di Novecento (1976), la magna opera bertolucciana girata a metà anni '70 nella bassa Padana. Un cast e un budget hollywoodiano furono messi al servizio di un ispiratissimo Bernardo Bertolucci che regalò alla storia del cinema un'opera intensa e emozionante. Il film catapultava sulle spalle di un padrone finanziatore di fascisti e di un contadino comunista la storia nazionale della prima metà del secolo scorso. Tante bandiere rosse le ritroviamo in Baarìa (2009), kolossal in salsa sicula di Giusppe Tornatore costato 25 milioni di euro (o forse qualcosa in più) alla Medusa di Silvio Berlusconi. Se qualcuno vide nel finale "accomodante" di Novecento una strizzata d'occhio di Bertolucci alle tessitura del compromesso storico fra Dc e Pci, cosa dovremmo vedere oggi nel finale disneyano di Baarìa del premio Oscar Peppuccio Tornatore? Conosciamo bene il per

Il sindaco e la fiction. Cronaca di un rapporto difficile

Il post è stato pubblicato sul blog Strozzateci tutti Dentro a Regina Coeli c’è ‘no scalino Chi nun salisce quello nun è romano Nun è romano e manco tresteverino Canto della malavita romana Spiaggia di Torvajanica. Estate 2010. Un gruppo di ragazzotti fra i 30 e i 40 anni si gode l’ultimo sole di una afosa domenica. Qualcuno porta al collo una croce celtica, qualcun altro ce l’ha tatuata sul braccio. Si interrogano sul come affrontare la serata. C’è chi ha voglia di una pizza, chi deve vedersi con la fidanzata e chi non vede l’ora di far riposare la pelle arrossata sul divano. Quando il sole sta per nascondersi, il più giovane del gruppo con la voce roca e cavernosa esclama: «Oggi me sento proprio come Danilo Abbruciati». Un attimo di silenzio precede la grassa e forzata risata di tutto il gruppo. Danilo Abbruciati detto er Camaleonte è morto a Milano in un conflitto a fuoco nel 1982. Abbruciati era un boss della Banda della Magliana, la holding politico-criminale che terrorizza

Fortapàsc. Cronache dal film

L'articolo è stato pubblicato sul blog Strozzateci tutti Fortapàsc è un film di Marco Risi dedicato alla memoria di Giancarlo Siani, giornalista de Il mattino ucciso a soli 26 anni nel 1985. Giancarlo viene da Napoli e inizia a fare il corrispondente da Torre Annunziata, roccaforte del boss Valentino Gionta. Siamo nella Campania del post-terremoto. Nel novembre del 1980, la terra aveva tremato. Migliaia di morti da piangere avevano portato miliardi di lire da spartire fra i clan, politici e imprenditori corrotti. Cronache dal film Valentino Gionta lo hanno arrestato durante la comunione di suo figlio Pasqualino mentre l’orchestra suonava Pe’ sempe . Sembrava quasi di vedere un film di Alfonso Brescia con Mario Merola. Gionta va via con le manette ai polsi accompagnato dalle note di 'O bene mio . Dopo tre giorni di carcere, il boss torna a casa a bordo di una potente motocicletta. Lo scortano i valentini , i suoi uomini fidati, per far capire chi comanda in quel pa