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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Parole per orientarci/5

Un'immagine tratta da Lamerica (Gianni Amelio, 1994) Se "Paisà" fu l’esplosione delle nostre contraddizioni ed espresse la speranza di un futuro di giustizia e solidarietà, "Lamerica" dopo la guerra miserabile  tra ricchi e riccastri in questi anni avvenuta – ma tutt’ora in atto - alla fine di una Repubblica che doveva morire e all’inizio di un’altra subito marcia, apre davvero sull’incertezza di un nuovo secolo, posto sotto il segno del nostro egoismo e del nostro rifiuto di ascoltare gli altri e, soprattutto, di ascoltare il nostro stesso passato, di riflettere sulla nostra anima perduta.  Goffredo Fofi

Parole per orientarci/4

Il 1992 è un anno che non si può eludere: è un osservatorio essenziale per guardare anche agli anni ottanta e all’esito degli anni settanta. È forse necessario chiedersi se in questo percorso il Palazzo e parti significative del paese non si siano in realtà «avvicinate», con quei tratti che Pasolini aveva delineato: lo spregio delle regole, il crescente disinteresse per i valori collettivi, un privilegiamento dell’affermazione individuale e di gruppo che considera le norme un impaccio (e tratta chi le difende come un nemico da sconfiggere o da corrompere). Nel processo conflittuale che contribuisce di volta in volta a definire l’identità di un Paese – nel nostro caso, a “fare gli italiani” – l’esito degli anni settanta e i processi degli anni ottanta hanno lasciato segni non superficiali: segni destinati a condizionare anche il decennio successivo. Guido Crainz, Il Paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta , Donzelli - 2005

L'Espresso venti anni fa...

Parole per orientarci/3

Enrico Baj, Guernica - 1972 Nessuna democrazia occidentale ha conosciuto, come l'Italia, l'assassinio come strumento di lotta politica. Nessuna democrazia è stata così incapace e riottosa nell'indicare alle vittime, e a se stessa, le colpe e le responsabilità. Anche per perdonarle, alla fine. Anche per dimenticarle, finalmente. Anche per trovare nell'inferno, che ha diviso il Paese per una lunga stagione, buone ragioni per sentirsi oggi uniti e fiduciosi. Giuseppe D'Avanzo, L'ultimo "tributo" ad uno Stato cieco , La Repubblica 4 Maggio 2005

Venti anni dopo, ancora lui...

" Ci siamo chiesti se fosse opportuno andare in onda avendo noi una puntata conclusiva e quindi, potete capire, piena di sorprese, di scommesse, come nel nostro costume, e piena di voglia di fare festa. Però abbiamo pensato che fosse giusto non mancare all’appuntamento con chi ci ha seguito con affetto da nove settimane (…) senza però assolutamente dimenticare la tragedia avvenuta e l’orrore che proviamo come cittadini. Grazie ".  Così, il 23 Maggio 1992, su Rai Uno, quel sabato di venti anni fa Fabrizio Frizzi, conduttore assieme a Milly Carlucci del popolare varietà "Scommettiamo che..?", parlava al popolo italiano dopo la notizia della strage di Capaci. Stasera, venti anni lo stesso Frizzi conduce dallo Stadio Barbera di Palermo la Partita del Cuore in ricordo delle stragi di allora. "L'assassino" è tornato sul luogo del delitto...

"Uomini soli", un documentario di Paolo Santolini e Attilio Bolzoni

Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, il documentario Uomini soli (Regia di Paolo Santolini, Produzione Faberfilm-Libera) è stato presentato al cinema Barberini di Roma. Presenti diverse scuole della Capitale. Il protagonista del racconto è Attilio Bolzoni, inviato di Repubblica ed ex cronista de L’Ora , che racconta gli anni della mattanza a Palermo, ripercorre le strade dove furono ammazzati Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e non solo. ROMA - Durante il dibattito un’insegnante si è alzata in piedi, ha preso un microfono e ha detto: “Dopo ciò che è successo a Brindisi, alcune famiglie hanno negato ai loro figli di prendere parte all’iniziativa”. In queste parole il peggio di quanto possa accadere oggi in Italia. Nella voce di quell’insegnante l’effetto reale e voluto dalle menti e dalle mani di coloro che hanno ucciso Melissa Bassi lo scorso sabato a Brindisi e che tentano di terrorizzare un Paese intero. Questo è s

Parole per orientarci/2

Mentre negli altri Paesi europei la criminalità non “fa storia”, riguardando le fasce meno integrate e acculturate della società, in Italia la storia nazionale, quella con la S maiuscola, è insestricabilmente intrecciata con quella della criminalità di settori significativi della sua classe dirigente, tanto che in taluni tornanti essenziali non è dato comprendere l’evoluzione dell’una senza comprendere i nessi con la seconda. Questa criminalità dei potenti si è declinata dall’Unità d’Italia ad oggi su tre versanti: la corruzione sistemica, la mafia e lo stragismo per fini politici. La questione criminale dunque in Italia è inscindibile da quello dello Stato e della democrazia . Roberto Scarpinato, Il ritorno del principe , Chiarelettere, Milano - 2008

Parole per orientarci

Qualsiasi massacro sarebbe loro (ai terroristi, nds) perdonato, se avesse un senso, se potesse essere interpretato come violenza storica – è questo l’assioma morale della violenza buona. Qualsiasi violenza sarebbe loro perdonata se non fosse ripresa e amplificata dai media (“il terrorismo non sarebbe nulla senza i media”). Ma tutto questo è illusorio. Non esiste uso buono dei media, i media fanno parte dell’evento, fanno parte del terrore, e giocano in un senso o nell’altro. Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo , Raffaello Cortina Editore, Milano - 2002

I bambini ci guardano e qualcuno li colpisce

Che la terra ti sia lieve, Melissa… Il piccolo Luciano De Ambrosis in I bambini ci guardano I bambini ci guardano e oggi qualcuno ha deciso di colpirli. Quando c’è una guerra o un momento di crisi economica, una società vive sull’orlo del dolore e della disperazione, è quello il momento in cui la vita dei bambini, dei ragazzi diventa il termometro di ciò che stiamo attraversando. Sono i nostri sismografi. E il loro sguardo spaventa, inquieta. “I bambini ci guardano”, dicevamo. Così si intitolava un bellissimo film di Vittorio De Sica. Fu prodotto nel 1943. In Italia c’erano ancora il fascismo e i bombardamenti, ma non venne fatto nessun accenno alla guerra. La triste storia del piccolo Pricò ci aiuta ancora oggi a capire come i sogni borghesi e perbenisti dell’Italia fascista stessero per crollare. Da affrontare ci sarebbe stata la dura realtà degli ultimi anni di guerra e del primo drammatico periodo repubblicano. Passiamo ai capolavori del neorealismo. I protagonisti dei mo

Tutto in un frammento...

Una grande lezione di giornalismo e di narrazione in un frammento... Immagine tratta da "Da Villalba a Palermo" di Giuseppe Fava e Vittorio Sindoni, 1980

"Novantadue - L'anno che cambiò l'Italia"

Il 16 Maggio 2012, uscirà nelle librerie l'antologia Novantadue. l'anno che cambiò l'Italia , curata da Marcello Ravveduto (Castelvecchi Editore). Fra gli autori ci sono anche io, con il saggio La grande solitudine , in cui parlo del cinema italiano nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Ecco i nomi degli altri autori: Manuela Iatì, Giovanni Abbagnato, Laura Galesi, Corrado De Rosa, Serena Giunta, Anna Bisogno, Francesca Viscone, Petra Reski, Renate Siebert, Amalia De Simone, Ciro Pellegrino, Alessandro Chetta, Monica Zornetta, Giorgio Mottola, Carmen Pellegrino. Il Novantadue non è un anno qualsiasi. Per molti è il confine che separa la prima Repubblica dalla cosiddetta seconda Repubblica. Per gli autori di questa antologia – molti dei quali provenienti dall’esperienza di “Strozzateci Tutti” – è un paradigma: una chiave di volta che esemplarmente coniuga permanenze e rotture della storia italiana. Dodici mesi densi di avvenimenti tragici, epoca