Questa è la ricostruzione immaginata dal regista Marco Tullio Giordana dell'autopsia sul corpo di Pier Paolo Pasolini e una ipotesi della dinamica dell'omicidio consumatosi all'idroscalo di Ostia nella notte fra l'1 e il 2 novembre del 1975. Giordana nel 1995 girò il film Pasolini - Un delitto italiano. Un titolo più chiaro ed esplicativo era difficile da trovare. Un delitto italiano come quello di Salvatore Giuliano, Gaspare Pisciotta, Enrico Mattei, Giuseppe Pinelli, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Mino Pecorelli, Giancarlo Siani, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Diana, Michele Sindona, Aldo Moro, Roberto Calvi, Giorgio Ambrosoli, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Scopelliti, Cesare Terranova, Placido Rizzotto, i morti di Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, treno Italicus, stazione di Bologna, Giuseppe Impastato, Beppe Alfano, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, poveri e sfortunati servitori dello Stato, tutte le vittime innocenti del potere. Insomma appare anche strano fare un elenco del genere e mettere insieme in un grande calderone decine di nomi di persone diverse morte di morte violenta e in circostanze storiche e politiche diverse. E' strano mettere insieme Falcone e Borsellino con Giuliano e Pisciotta. Ma l'espressione che dà il titolo al film, la facciamo nostra per farla diventare una metafora dell'Italia, del nostro Paese, delle dinamiche del Potere che la pervadono e che influenzano più di quanto si possa pensare la nostra vita quotidiana. I delitti italiani uccidono innanzitutto la verità storica e giudiziaria. Un delitto italiano getta nello sconforto la coscienza civile dei cittadini, delle persone che hanno un senso civico, un sendo di comunità, che vivono insieme convinti di appartenere ad un destino comune perchè hanno alle loro spalle una coscienza e un senso della storia condiviso. In realtà cosa fa sentire vicini un siciliano e un trentino oltre alle partite della nazionale di calcio? Non ho sentimenti nazionalisti, ma voglio credere in un senso della comunità, nel senso di un destino comune da condividere a pertire con coloro che vivono nel mio palazzo, nel mio quartiere, nella mia città, nel mio paese fino ad arrivare al destino dell'umanità. Giuliano e Falcone sono due vittime della verità storica. L'uno ha partecipato alla degradazione democratica di un'Italia appena uscito dal conflitto mondiale. L'altro ha lottato affinchè l'Italia diventasse un paese più civile. Entrambi hanno minacciato il Potere perchè possessori di una verità e per questo hanno pagato con la vita. Nell'elenco ci sono nomi nobili e meno nobili, tutti però vittime di omicidi su cui fare luce è stato spesso impossibile. Come detto, si sono tutti scontrati con il Potere, lo hanno utilizzato, la hanno minacciato, lo hanno ricattato, lo hanno sfidato. E quando si paga con la vita il debito con il Potere, l'unica certezza è la morte della verità che da qualche parte però esiste.
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