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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

Roberta Torre, la lunga storia del gangster musical

«Ho visto Emilia Pérez e mi è piaciuto molto perché non è un musical classico. È un film con dei codici unici. Da un punto di vista tecnico, questa idea del recitare cantando l’ho trovata notevole. Il film ha questa dinamica in cui la recitazione diventa cantata con una forma particolare. Perché non è una melodia ma una sorta di dialogo musicale». A descriverci così il film francese di ambientazione messicana di Jacques Audiard (13 nominations agli Oscar 2025) è Roberta Torre, la cineasta che di gangster-musical ne sa qualcosa. Basti pensare al suo irriverente esordio cinematografico. Un musical in cui la violenza mafiosa fu lavorata a ritmo di rock and roll, rap, sonorità neomelodiche, sceneggiata e disco music. Si intitolava Tano da morire , premio «Settimana internazionale della critica» e Leone del futuro al Festival di Venezia del 1997. Cosa l’ha colpita di più della narco-opera di Audiard? Il balletto dei fucili e dei mitra che vengono presi, buttati e ripresi. È una coreografia...