Passa ai contenuti principali

"Cortesemente, dimenticateci"

Ieri abbiamo visitato la mostra "Mc Mafia", la mostra sulle mafie raccontate nei fumetti (Museo di Roma in Trastevere - Associazione daSud). Nelle tavole esposte, ci hanno colpito soprattutto i sorrisi tratteggiati con candore di chi ha pagato con la vita la sua straordinaria normalità quotidiana. Per questo la tavola che ci ha fatto più male e su cui non smetteremmo mai di riflettere è quella di Mauro Biani dedicata al tema "memoria". Ci sono le sagome decollate di due uomini vestiti in giacca e cravatta. L'uomo di sinistra tende con la postura verso l'uomo di destra e viceversa. Sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che ci invitano "cortesemente" a dimenticarli, a metterli da parte. Un disegno amaro e profondo che interroga la nostra capacità di vivere quotidianamente gli imperativi morali della memoria, che invita a riflettere sulla credibilità e sulla qualità dell'attuale azione politica, sociale e economica dell'antimafia italiana. Un disegno che ci abbatte perché reinterpretazione di una celebre foto scattata ai magistrati siciliani da Tony Gentile pochi mesi prima di essere uccisi. Falcone e Borsellino nella loro essenza umana. Giovanni che confida qualcosa a Paolo che annuisce e sorride. Giovanni e Paolo sereni e battaglieri di fronte all'opinione pubblica. Giovanni e Paolo straordinari creatori di senso. Come questo disegno amaro ma doveroso.

Commenti

Post popolari in questo blog

Napoli, Baires: Maradonologia. Una bella chiacchierata con Pablo Alabarces

«Fútbol y Patria». «Peronistas, Populistas y Plebeyos». «Historia mínima del fútbol en América Latina». Questi sono solo tre titoli di una ricca produzione saggistica fatta di cronache politico-culturali e indagini sociologiche e letterarie. Chi vuole sapere di calcio e cultura popolare sudamericana deve passare per gli scritti di Pablo Alabarces e capirà qualcosa di cantanti mitologici come Palito Ortega, rock, tifoserie, sistema mediatico, violenza da stadio. Sociologo, argentino classe 1961, Alabarces è titolare di cattedra presso la UBA, l’Università di Buenos Aires. Lo incontriamo a Roma, zona Stazione Termini. Pablo è da poco rientrato nella capitale al termine di un bel soggiorno in una Napoli ebbra di festa per lo scudetto e dopo aver visitato Viggianello, borgo della Basilicata ai piedi del Pollino. «È la quinta volta che sono in Italia. Non ero mai stato nel paese dove nel 1882 nacque Antonio Carmelo Oliveto, mio nonno materno», ci racconta mentre ci incamminiamo verso Piazza

Remo Rapino, un undici fantastico e fantasioso

La storia del calcio è fatta anche di formazioni recitate tutte d’un fiato. Dal glorioso e drammatico incipit Bacigalupo-Ballarin-Maroso del Grande Torino al Zoff-Gentile-Cabrini – buono per la Juve di stampo trapattoniano e per l’Italia di Spagna ’82 – passando per il Sarti-Burgnich-Facchetti della Grande Inter del mago Herrera. Se, citando Eduardo Galeano oltre ad essere mendicanti di buon calcio, lo fossimo anche di letteratura ci sarebbe un nuovo undici da imparare a memoria. Un undici fantastico e fantasioso agli ordini dell’allenatore-partigiano Oliviero che fa così: Milo, Glauco, Osso Nilton, Treccani, Giuseppe, Wagner, Berto Dylan, Efrem Giresse, Pablo, Baffino, Nadir. Una squadra-romanzo piena del sapore della vita, che si confessa in prima persona. A immaginarla in Fubbàll (Minimum Fax, pp. 148, 16 euro) è stato Remo Rapino (1951), insegnante di storia e filosofia di stanza nell’abruzzese Lanciano e già premio Campiello 2020 con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio . 

Farsi una foto con Dios. L'intervista al fotografo Carlo Rainone

Sette anni fa Carlo Rainone (Palma Campania, 1989), fotografo-documentarista con un curriculum fatto di studi e collaborazioni internazionali, decide di scavare nel ventre della Napoli degli anni ’80, quelli, non solo, del dopo-terremoto, delle guerre di camorra e del contrabbando. Un immaginario che il cinema di questi anni sta riportando in superficie, dal Sorrentino di È stata la mano di Dio al Mixed by Erri di Sidney Sibilia senza dimenticare il Piano piano di Nicola Prosatore. L’obiettivo dell’indagine è assoluto, laborioso e faticoso ma il confronto costante con il fotografo Michel Campeau è di grande supporto. Bisogna infatti scovare la «foto con Maradona», il re della Napoli calcistica per sette tortuosi anni, il patrono pagano della moderna Partenope. Rainone inizia ad inseguire fotografie già scattate. Icone conservate in album di famiglia o piegate in portafogli, appese sui muri di negozi e laboratori, case, pizzerie e ristoranti. La consapevolezza sta tutta nelle parole