Beneduce, storico del diritto presso l’Università di Cassino, in quest’opera compie un’analisi minuziosa e appassionata della vicenda letterario-giudiziaria di un libro comparso in Italia alla metà degli anni ’50: Diario di un giudice . L’autore, Dante Troisi era in quegli anni magistrato presso il Tribunale di Cassino. Diciotto pagine di quel libro furono chiamate in causa come articoli di un codice con l’accusa di compromettere il prestigio dell’ordine giudiziario. Cosa accadde a quelle pagine incriminate? Campo estetico e immaginario di autorità si scambiarono colpi semantici in un gioco stupefacente di spostamenti e di mutazioni. E per entrambi, Troisi doveva restare un tormentato giudice di se stesso o un temerario giudice che scrive. Ma nelle sue pagine si dipanò l’autoinchiesta di entrambi questi sacri ordini : quello della letteratura e quello della giustizia. Beneduce, dopo aver ricostruito il contesto di quegli anni, un’Italia ancora scossa dalla guerra e sul...