Renato Guttuso, "Portella della Ginestra", 1953, olio su carta intelata, 105x200 (Museo Guttuso di Bagheria - Palermo)
Questa estate sono stato assieme alla mia compagna Alessandra a Portelle della Ginestre, questa località nel comune di Piana degli Albanesi, provincia di Palermo, dove il 1 maggio del 1947 undici contadini furono uccisi durante i festeggiamenti della festa del lavoro. Portella della Ginestre si trova a pochi chilometri da paesi che le cronache mafiose hanno reso famosi: San Giuseppe Jato, Bisacquino, Corleone, Monreale, Partinico, Montelepre. La prima Strage di Stato si consumò pochi giorni dopo il grande successo elettorale del Blocco del Popolo (Socialisti e Comunisti) nelle elezioni regionali siciliane del 20 aprile 1947. A questo terribile evento prese parte la Banda di Salvatore Giuliano, ma non furono gli uomini del Re di Montelepre i soli a sparare quel giorno. Giuliano era un ambiguo personaggio. Bandito dall'aria romantica, sorta di Robin Hood in versione siciliana, fu nominato esercito dell'Evis (braccio armato del Mis, movimento politico che sognava l'indipendenza dall'Italia), viveva arroccato su una montagna, uccise numerosi civili e carabinieri, era imprendibile alle forze armate italiane, e fu una pedina sempre protetta e manovrata dalla mafia. Gli fu ordinato di sparare sui contadini quel Primo maggio in cambio di favori politici. Quando Giuliano non servì più, fu trovato ucciso nel 1950. Sulla sua morte esistono 16 versioni differenti. L'inviato de L'Europeo Tommaso Besozzi disse:«Di sicuro c'è solo che è morto». Inizialmente fu fatto credere che era morto in un conflitto a fuoco con i carabinieri. Un'altra ipotesi era che il suo fidato luogotenente Gaspare Pisciotta lo abbia tradito, mettendogli un sonnifero nel vino, uccidendolo e preparando la messa in scena dello scontro con i carabinieri. La prima Strage di Stato si consumava nella frontiera meridionale del Blocco Atlantico che andava delineandosi nell'Europa del primissimo dopoguerra. Si consumava laddove le Truppe Usa erano sbarcate per risalire la penisola italiana e sconfiggere il nazi-fascismo. L'esercito americano sbarcò in Sicilia con il beneplacito della mafia italo-americana, Lucky Luciano su tutti. Il capo dell'Amministrazione Militare Alleata era Charles Poletti, il suo interprete era il noto gangster italo-americano Vito Genovese. Diversi capi mafia furono eletti sindaci di paesi siciliani (ricordiamo Genco Russo a Mussomeli e Calogero Vizzini a Villalba). In quegli anni in Sicilia decine e decine di sindacalisti che si opponevano alla gestione mafiosa delle terre e al latifondo furono uccisi (Epifanio Li Puma, Placido Rizzotto, Salvatore Carnevale etc.), le sedi del Pci, del Psi e le camere del lavoro venivano assaltate da picciotti mafiosi con mitra, fucili e bombe a mano. Nella Sicilia di quegli anni, la mafia, i servizi segreti italiani e americani, la massoneria, politici corrotti attuarono una sistematica e violenta azione terroristica verso il movimento sindacale e comunista. In parole povere si consumavano prove generali di Guerra Fredda e di attacco terroristico dello Stato in collaborazione con forze eversive alla democrazia, alla legalità ed allo stato di diritto. La strage di Portella della Ginestre fu l'episodio più crudo ed eclatante che ha segnato in maniera inequivocabile la stagione politica repubblicana. Durante il processo della Strage di Portella della Ginestre, Pisciotta e gli uomini della banda Giuliano furono condannati. I mandanti politici però non furono trovati. Pisciotta dichiarò:«Siamo un corpo solo, banditi, polizia e mafia, come il padre, il figlio e lo spirito santo.»
Quando minacciò di dire tutta la verità sulla morte di Giuliano, fu avvelenato con un caffè nel carcere di Palermo (come Michele Sindona). Recenti ricerche dello storico Nicola Tranfaglia, del ricercatore Mario J. Cereghino e di Giuseppe Casarrubea (suo padre fu ucciso in un attacco della Banda Giuliano alla Camera del lavoro di Partinico) aprono scenari inquietanti su Portella della Ginestre, secondo le quali a Portella della Ginestre confluirono gli interessi della X Mas di Junio Valerio Borghese, dei Servizi Segreti Usa e latifondisti mafiosi siciliani. La vicenda è molto complessa e non si può esaurire in queste poche righe. Sono coinvolti in questa vicenda diversi personaggi: l'onorevole Dc Bernardo Mattarella (padre del povero Piersanti Mattarella ucciso nel 1980 per il suo impegno antimafia), il ministro degli Interni Mario Scelba. Come visto, da Portella della Ginestre nascono anche i misteri della morte di Salvatore Giuliano e di Gaspare Pisciotta, misteri che attanagliano la vita democratica di questo Paese. A Portella della Ginestre è nato un metodo di gestione dell'avanzata delle sinistre in questo Paese (vedi Piazza Fontana), è nato il metodo di gestione degli equilibri internazionali in Italia.
U me cori doppu tant'anni è a Purtedda enta petri e ‘ntu sangu di compagni ammazzati, recita un sasso che compone il monumento sul luogo della strage
Questa estate sono stato assieme alla mia compagna Alessandra a Portelle della Ginestre, questa località nel comune di Piana degli Albanesi, provincia di Palermo, dove il 1 maggio del 1947 undici contadini furono uccisi durante i festeggiamenti della festa del lavoro. Portella della Ginestre si trova a pochi chilometri da paesi che le cronache mafiose hanno reso famosi: San Giuseppe Jato, Bisacquino, Corleone, Monreale, Partinico, Montelepre. La prima Strage di Stato si consumò pochi giorni dopo il grande successo elettorale del Blocco del Popolo (Socialisti e Comunisti) nelle elezioni regionali siciliane del 20 aprile 1947. A questo terribile evento prese parte la Banda di Salvatore Giuliano, ma non furono gli uomini del Re di Montelepre i soli a sparare quel giorno. Giuliano era un ambiguo personaggio. Bandito dall'aria romantica, sorta di Robin Hood in versione siciliana, fu nominato esercito dell'Evis (braccio armato del Mis, movimento politico che sognava l'indipendenza dall'Italia), viveva arroccato su una montagna, uccise numerosi civili e carabinieri, era imprendibile alle forze armate italiane, e fu una pedina sempre protetta e manovrata dalla mafia. Gli fu ordinato di sparare sui contadini quel Primo maggio in cambio di favori politici. Quando Giuliano non servì più, fu trovato ucciso nel 1950. Sulla sua morte esistono 16 versioni differenti. L'inviato de L'Europeo Tommaso Besozzi disse:«Di sicuro c'è solo che è morto». Inizialmente fu fatto credere che era morto in un conflitto a fuoco con i carabinieri. Un'altra ipotesi era che il suo fidato luogotenente Gaspare Pisciotta lo abbia tradito, mettendogli un sonnifero nel vino, uccidendolo e preparando la messa in scena dello scontro con i carabinieri. La prima Strage di Stato si consumava nella frontiera meridionale del Blocco Atlantico che andava delineandosi nell'Europa del primissimo dopoguerra. Si consumava laddove le Truppe Usa erano sbarcate per risalire la penisola italiana e sconfiggere il nazi-fascismo. L'esercito americano sbarcò in Sicilia con il beneplacito della mafia italo-americana, Lucky Luciano su tutti. Il capo dell'Amministrazione Militare Alleata era Charles Poletti, il suo interprete era il noto gangster italo-americano Vito Genovese. Diversi capi mafia furono eletti sindaci di paesi siciliani (ricordiamo Genco Russo a Mussomeli e Calogero Vizzini a Villalba). In quegli anni in Sicilia decine e decine di sindacalisti che si opponevano alla gestione mafiosa delle terre e al latifondo furono uccisi (Epifanio Li Puma, Placido Rizzotto, Salvatore Carnevale etc.), le sedi del Pci, del Psi e le camere del lavoro venivano assaltate da picciotti mafiosi con mitra, fucili e bombe a mano. Nella Sicilia di quegli anni, la mafia, i servizi segreti italiani e americani, la massoneria, politici corrotti attuarono una sistematica e violenta azione terroristica verso il movimento sindacale e comunista. In parole povere si consumavano prove generali di Guerra Fredda e di attacco terroristico dello Stato in collaborazione con forze eversive alla democrazia, alla legalità ed allo stato di diritto. La strage di Portella della Ginestre fu l'episodio più crudo ed eclatante che ha segnato in maniera inequivocabile la stagione politica repubblicana. Durante il processo della Strage di Portella della Ginestre, Pisciotta e gli uomini della banda Giuliano furono condannati. I mandanti politici però non furono trovati. Pisciotta dichiarò:«Siamo un corpo solo, banditi, polizia e mafia, come il padre, il figlio e lo spirito santo.»
Quando minacciò di dire tutta la verità sulla morte di Giuliano, fu avvelenato con un caffè nel carcere di Palermo (come Michele Sindona). Recenti ricerche dello storico Nicola Tranfaglia, del ricercatore Mario J. Cereghino e di Giuseppe Casarrubea (suo padre fu ucciso in un attacco della Banda Giuliano alla Camera del lavoro di Partinico) aprono scenari inquietanti su Portella della Ginestre, secondo le quali a Portella della Ginestre confluirono gli interessi della X Mas di Junio Valerio Borghese, dei Servizi Segreti Usa e latifondisti mafiosi siciliani. La vicenda è molto complessa e non si può esaurire in queste poche righe. Sono coinvolti in questa vicenda diversi personaggi: l'onorevole Dc Bernardo Mattarella (padre del povero Piersanti Mattarella ucciso nel 1980 per il suo impegno antimafia), il ministro degli Interni Mario Scelba. Come visto, da Portella della Ginestre nascono anche i misteri della morte di Salvatore Giuliano e di Gaspare Pisciotta, misteri che attanagliano la vita democratica di questo Paese. A Portella della Ginestre è nato un metodo di gestione dell'avanzata delle sinistre in questo Paese (vedi Piazza Fontana), è nato il metodo di gestione degli equilibri internazionali in Italia.
U me cori doppu tant'anni è a Purtedda enta petri e ‘ntu sangu di compagni ammazzati, recita un sasso che compone il monumento sul luogo della strage
Giuseppe Casarrubea, lo storico che fa ridere i polli
RispondiEliminahttp://www.melchiorre-mel-gerbino.com/Pagine/Orlando_Cascio_e_Casarrubea.htm