Il 16 Maggio 2012, uscirà nelle librerie l'antologia Novantadue. l'anno che cambiò l'Italia, curata da Marcello Ravveduto (Castelvecchi Editore). Fra gli autori ci sono anche io, con il saggio La grande solitudine, in cui parlo del cinema italiano nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica.
Ecco i nomi degli altri autori: Manuela Iatì, Giovanni Abbagnato, Laura Galesi, Corrado De Rosa, Serena Giunta, Anna Bisogno, Francesca Viscone, Petra Reski, Renate Siebert, Amalia De Simone, Ciro Pellegrino, Alessandro Chetta, Monica Zornetta, Giorgio Mottola, Carmen Pellegrino.
Il
Novantadue non è un anno qualsiasi. Per molti è il confine che separa
la prima Repubblica dalla cosiddetta seconda Repubblica. Per gli autori
di questa antologia – molti dei quali provenienti dall’esperienza di
“Strozzateci Tutti” – è un paradigma: una chiave di volta che
esemplarmente coniuga permanenze e rotture della storia italiana. Dodici
mesi densi di avvenimenti tragici, epocali, sensazionali che lasciano
affiorare alla superficie del corpo nazionale le profonde crepe
politiche, economiche e civili caratterizzanti il divenire degli ultimi
quarant’anni di vita repubblicana. Il 1992 non è solo l’anno delle
stragi di Falcone e Borsellino, è piuttosto un’escalation: tangentopoli,
il voto proporzionale uninominale, l’affermazione della Lega, l'agonia
dei partiti di massa, la voglia di riscatto civile, il terrorismo
mafioso, il debito pubblico alle stelle, l’intervento pubblico
assistenzialista, il difficile rapporto con l’Europa. La lunga crisi
della Repubblica sembra esplodere in tutta la sua urgenza lasciando
immaginare che “nulla sarà come prima”. Questo libro torna sui fatti
accaduti, cercando di andare oltre le macerie materiali e morali
accumulate nel corso di un ventennio, per raccontare, fuori dai luoghi
comuni, le storie che lo hanno reso un anno “indimenticabile”. Senza
pregiudizi ideologici, né inutili moralismi, ma con passione civile, gli
autori dipanano la trama della narrazione collettiva con l’obiettivo di
restituire al lettore, attraverso il racconto di vicende spesso
dimenticate, le sensazioni del vissuto: la ribellione civile di Palermo,
l’organizzazione dell’attentato di Capaci, la televisione della pietà e
del dolore, l’immaginario cinematografico, l’avanzata dei “perfidi”
localismi, la distribuzione di plasma infetto, la silenziosa
modernizzazione della ‘ndrangheta, il ruolo delle donne nelle scorte dei
magistrati antimafia, la sofferenza psicologica di Rita Atria, i grandi
pentiti di camorra e l’alba del dominio del clan dei casalesi
nell’affare rifiuti, la tangente Enimont e la nuova razza padrona.
Questi ed altri sono i temi che costituiscono la materia incandescente
dell’opera. Il Novantadue è l’inizio di una transizione che ha dato
luogo ad una lunga stagione di precarietà politica, civile, sociale ed
economica, durante la quale il futuro, una chimera, e il passato, un
ostacolo da rimuovere, sono stati sostituiti da un immutabile presente.
Marcello Ravveduto
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