"Viviamo in un’Italia dove i temi della giustizia, i blitz delle forze dell’ordine, le inchieste, i processi, gli avvisi di garanzia sono spesso le uniche notizie della giornata. I palazzi di giustizia da Milano a Palermo, da Roma a Locri, sembrano diventati le vere centrali dell’interesse nazionale. Se un giudice si affaccia in televisione, sfonda il tetto degli ascolti. E dico tutto questo non certo per sposare la tesi dei giudici invadenti, e della rivoluzione sociale capitanata dai magistrati. Realisticamente, stiamo percorrendo la via giudiziaria alle riforme, quanto meno nel senso che i magistrati sembrano incarnare il simbolo di una neutrale e coraggiosa onestà, e sono stati finora gli unici in grado di infliggere, pur restando all’interno delle loro competenze, fieri colpi a un sistema immobile. Certo, è malinconico, – anche se inevitabile e benvenuto – che sia così. Ormai si discute a colpi di arma bollata. Una lunga impunità politica, un’incapa...