Nel 2002 Rosario D'Amico ha assistito alla morte del papà, travolto da un muletto, mentre lavorava come lui alla Fiat di Pomigliano. Dieci anni e due sentenze dopo, non ha ancora avuto giustizia "Nel processo d'appello il giudice ha dato la prescrizione ai tre imputati, riconosciuti colpevoli in primo grado. Una sentenza scandalosa, visto che, come ha scritto la Procura, la prescrizione scatta soltanto nel 2018". Il suo appello alle istituzioni: "Il Capo della Stato mi ha espresso la sua solidarietà con una medaglia alla memoria di mio padre. Lo ringrazio ma adesso voglio giustizia"
Sei i protagonisti di una grottesca scena messa su dallo Stato italiano. E' il 16 dicembre del 1969 a Roma, in tribunale. Quattro poliziotti ben vestiti, pettinati e con la barba fatta; un ballerino anarchico, con la barba incolta, stravolto dopo una notte insonne per via di un interrogatorio e un tassista milanese. «L'è lü (E' lui)!», escalama il tassista Cornelio Rolandi. «Ma m'hai guardato bene?», ribatte l'anarchico Pietro Valpreda. «Bè, se non è lui, chi'l gh'è no», si convince il Rolandi. E così il mostro fu sbattuto in prima pagina. Il Rolandi si era presentato dai carabinieri di Milano la mattina del 15 dicembre, mentre si svolgevano i funerali di Piazza Fontana, convinto di aver trasportato sul suo taxi il responsabile della strage alla Banca dell'Agricoltura. La sua macchina era posteggiata a poco più di 100 metri dalla filiale. Un uomo con una valigetta aveva chiesto di portarlo nei pressi della Banca e di aspettarlo lì. Pochi minuti dopo era ...
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