Traduco di mio pugno parte dell'analisi autorevole di Horacio Verbitsky oggi su
Página/12, quotidiano argentino. Francesco I viene definito con la parola
tedesca "ersatz", letteralmente un surrogato. Scrive Verbitsky:
"Sarà un successore di minor qualità, tipo una pietanza fatta
di sola acqua e farina che le madri povere danno ai loro figli per ingannare la
loro fame. (...) Sul
soglio pontificio non siederà un vero francescano ma un gesuita che si farà
chiamare Francesco, come il poverello di Assisi. Un’amica argentina, mi scrive
confusa da Berlino che per i tedeschi, che non conoscono la sua storia, il
nuovo Papa è un terzomondista. Piccola confusione. (…) La sua biografia è
quella di un populista conservatore, simile a quella di Pio XII e di Giovanni
Paolo II: inflessibili in questioni dottrinarie ma con un’apertura verso il
mondo, e in particolar modo, verso le masse diseredate. (…) Se Papa
Pacelli accettò i finanziamenti dalla Cia per sostenere la Democrazia Cristiana
e impedire la vittoria comunista nelle elezioni del dopoguerra e se Wojtyla fu
l’ariete che aprì il primo buco nel Muro di Berlino, il Papa argentino potrà svolgere
un pari ruolo nel contesto latinoamericano. I suoi trascorsi nella “Guardia di
Ferro”, il verbo populista che non ha dimenticato - e con cui potrebbe anche
far sue alcune questioni storiche come quella delle Isole Malvinas - lo mettono
in condizioni di dare una direzione a questo processo, così da apostrofare gli
sfruttatori e predicare mansuetudine agli sfruttati"
Palermo, ore 22 circa È sera, ma fa caldo come se fosse mezzogiorno. Siamo ad agosto. Alessandra è andata a dormire. È stanca. Oggi è stato un lungo giorno. Parecchie ore prima Dormiamo in un ostello nel cuore di Ballarò. Dalla stanza da letto si vede la cupola della chiesa del Carmine. Dalle macchine e dalle finestre la colonna sonora che attraversa la città è la musica napoletana neomelodica. Sui muri scorticati e degradati decine e decine di manifesti annunciano i concerti di Gianni Celeste, Mauro Nardi, del piccolo Patrizio, di Gianni Antonio, Gianni Nani, Marco Bologna, Gianni Vezzosi, Tony Colombo e altri ancora. Nino D’Angelo è stato qui a cantare a luglio per la festa di Santa Rosalia. La ragazza della reception ci dice che Nino è un mito a Palermo. Prendiamo la macchina. Oggi dobbiamo andare a Corleone e Portella della Ginestra. Sentivo la necessità vitale di vedere il paese di Liggio, Riina e Bagarella. Dovevo andare a vedere il luogo in cui erano stati uccisi qu...
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