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Foto tratta da www.ansa.it |
Si
dice che la comunicazione non abbia memoria. Che sui media, e/o
attraverso i media se volete, si può affermare a momenti alterni una
cosa e il suo contrario. Tanto nessuno se ne accorge. Tutti dimenticano.
Nessuno ricorda. Forse aveva ragione Platone a preferire il dialogo
orale, diffidando del medium scritto, a suo dire nemico della memoria. E
allora ho voglia di gettare uno sguardo all'indietro.
Voglio tornare alla finale di Coppa Italia di due anni fa. Napoli
contro Juventus. Mazzarri contro Conte. Juve campione d'Italia senza mai
perdere una partita. Napoli alla caccia del primo trofeo dal 1990 fino
ad allora. L'incontro era previsto per domenica 20 maggio, a Roma, allo
stadio Olimpico sotto gli occhi delle istituzioni, a pochi giorni dal
ventesimo anniversario della strage di Capaci. Ma la mattina di sabato
19, a Brindisi, nei pressi di una scuola intitolata a Giovanni Falcone e
Francesca Morvillo esplose un ordigno. Ricordate? Morì una ragazza.
Ricordate? Si chiamava Melissa Bassi. Ricordate? Nel pomeriggio nella
città pugliese avrebbe fatto tappa la “Carovana della legalità” in
viaggio verso Palermo. Appena diffusasi la notizia dell’esplosione,
iniziarono a rimbalzare fra radio, tv, siti internet e social network
ipotesi investigative e analisi storico-politiche. Si assistette a
un’ondata informativa che assunse i contorni melmosi di un fiume in
piena che rischiava di travolgere un Paese politicamente disorientato.
La gente scese in piazza. Ricordate? Il Ministero dei Beni Culturali
intanto decise di annullare in segno di lutto la manifestazione “La
notte dei musei” programmata per quella sera. Avete capito bene. Ma
forse non ricordate. Il giorno successivo la finale di Coppa Italia si
svolse invece regolarmente a Roma. E questo l'almanacco della Coppa
Italia non ve lo dice. Vi dice che anche quella volta vinse il Napoli. E
io quella volta non festeggiai. Presi la macchina e andai verso
l'Olimpico per capire che aria tirava. Atmosfera da deflusso
post-concerto. Ieri sera non sono andato. Dopo due anni, l'amaro della
sconfitta giaceva di nuovo nel profondo del cuore. E via a letto.
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