È giusto chiedere le dimissioni di Bruno Vespa. È giusto indignarsi per la
presenza di Riina junior nel salotto di Porta a Porta. È altrettanto giusto chiedere una
informazione diversa. Ma è molto più importante immaginare nuove forme di
racconto, narrazioni che al di là dei contenuti sappiano anche mettere in scena
se stesse, coniugando le une e trine esigenze del servizio pubblico: informare,
educare, intrattenere. E ci sono spazi del servizio pubblico che queste cose le sa fare (vedi Rai Storia). Perché la guerra dei contenuti a volte è una battaglia
senza senso. Basterà invitare in quello stesso spazio il figlio di una vittima
di mafia, un magistrato sotto scorta, un poliziotto coraggioso, il presidente
di una associazione antimafia per lavarsi la coscienza e dire che sulla Tv pubblica
c'è spazio per tutti. E invece no, il problema più grande della messa in scena
del giornalismo televisivo, è che siano spariti gli elementi scenografici e di
costruzione dello spazio che lo contraddistinguono (quella che Edward T. Hall
chiamava prossemica). Ma soprattutto basterebbe un elemento in più da mettere
addosso al giornalista: il suo taccuino. Oggetto che non tutti indossano.
Basterebbe tenerlo fra le mani con dignità e spirito di servizio, in modo da sottolineare ruolo e distanza, che in prima
serata potremo fare una tavola rotonda con Adolf Hitler e i gerarchi nazisti.
Palermo, ore 22 circa È sera, ma fa caldo come se fosse mezzogiorno. Siamo ad agosto. Alessandra è andata a dormire. È stanca. Oggi è stato un lungo giorno. Parecchie ore prima Dormiamo in un ostello nel cuore di Ballarò. Dalla stanza da letto si vede la cupola della chiesa del Carmine. Dalle macchine e dalle finestre la colonna sonora che attraversa la città è la musica napoletana neomelodica. Sui muri scorticati e degradati decine e decine di manifesti annunciano i concerti di Gianni Celeste, Mauro Nardi, del piccolo Patrizio, di Gianni Antonio, Gianni Nani, Marco Bologna, Gianni Vezzosi, Tony Colombo e altri ancora. Nino D’Angelo è stato qui a cantare a luglio per la festa di Santa Rosalia. La ragazza della reception ci dice che Nino è un mito a Palermo. Prendiamo la macchina. Oggi dobbiamo andare a Corleone e Portella della Ginestra. Sentivo la necessità vitale di vedere il paese di Liggio, Riina e Bagarella. Dovevo andare a vedere il luogo in cui erano stati uccisi qu...
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