Leggendo "La pedagogia degli oppressi" di Paulo Freire, testo del 1967, ho trovato, a mio giudizio, una adeguata descrizione del renzismo e della qualità del dibattito democratico in Italia.
«In funzione delle condizioni storiche, in funzione del livello di percezione della realtà che gli oppressi possono possedere, può e deve variare il contenuto del dialogo. Sostituirlo con l'antidialogo, con gli slogan, col verticalismo, con i comunicati è pretendere di liberare gli oppressi con degli strumenti che li "addomesticano". Pretendere la loro liberazione senza il contributo della loro riflessione significa trasformarli in oggetti che, per così dire, vadano salvati da un incendio. Significa farli cadere nelle acque morte del populismo e trasformarli in massa da manovra».
Commenti
Posta un commento