Passa ai contenuti principali

Museo per la memoria di Ustica

I resti del velivolo sono lì, rimessi insieme con cura e delicatezza. Ci puoi girare attorno quante volte vuoi. Lo sguardo non li mollerebbe per un secondo. Ma il tempo per respirarli, per farli entrare dentro l'anima scivola verso l'infinito. I secondi scorrono scanditi dalle 81 luci che "si accendono e si spengono al ritmo di un respiro". Così ha voluto l'artista Christian Boltanski. Ma ciò che ti toglie il fiato sono le 81 voci che si rincorrono alle tue spalle. Frammenti di vita quotidiana si intrecciano. Impossibile ascoltarle e intercettarle tutte. Ma provare a trascriverle su un taccuino è un esercizio di ascolto straordinario. Il punto di incontro tra l'essenza della vita nella sua quotidianità e la follia della Storia nei suoi progetti imperscrutabili.
Eccone alcune.
"Vorrei tornare a Parigi quest'estate"
"Da quando è morto Roberto non ho più voglia di vivere"
"Che palle, è andato male l'esame. Devo rifarlo in settembre"
"Come glielo dico che parto e vado a lavorare a Milano?"
"Sarò pilota d'aereo e avrò una bella divisa"
"Signore, proteggi i miei bambini. Io non posso fare più nulla"
"Come è bella Lucia"
"Appena arrivo, mi tuffo in mare"
"Bisogna che mi occupi della mamma, è così invecchiata"
"Ho dimenticato il libro che Pietro mi ha dato per Maria"
"Sono contenta di lasciare Bologna. Piove sempre. Non mi ci sono mai abituata"
"Non devo piangere quando vedo Maria"
"Come glielo dico a Bianca che non l'amo più?"
"Quando torno a Bologna, avrò i risultati delle analisi"
"Ho lavorato così tanto, che mi sono scordato di vivere"

Bologna, 16 dicembre 2016

Bologna, 16 dicembre 2016

Commenti

Post popolari in questo blog

«E a Palermo che birra bevete?»

Palermo, ore 22 circa È sera, ma fa caldo come se fosse mezzogiorno. Siamo ad agosto. Alessandra è andata a dormire. È stanca. Oggi è stato un lungo giorno. Parecchie ore prima Dormiamo in un ostello nel cuore di Ballarò. Dalla stanza da letto si vede la cupola della chiesa del Carmine. Dalle macchine e dalle finestre la colonna sonora che attraversa la città è la musica napoletana neomelodica. Sui muri scorticati e degradati decine e decine di manifesti annunciano i concerti di Gianni Celeste, Mauro Nardi, del piccolo Patrizio, di Gianni Antonio, Gianni Nani, Marco Bologna, Gianni Vezzosi, Tony Colombo e altri ancora. Nino D’Angelo è stato qui a cantare a luglio per la festa di Santa Rosalia. La ragazza della reception ci dice che Nino è un mito a Palermo. Prendiamo la macchina. Oggi dobbiamo andare a Corleone e Portella della Ginestra. Sentivo la necessità vitale di vedere il paese di Liggio, Riina e Bagarella. Dovevo andare a vedere il luogo in cui erano stati uccisi qu...

«L'è lü!». E il mostro fu sbattuto in prima pagina...

Sei i protagonisti di una grottesca scena messa su dallo Stato italiano. E' il 16 dicembre del 1969 a Roma, in tribunale. Quattro poliziotti ben vestiti, pettinati e con la barba fatta; un ballerino anarchico, con la barba incolta, stravolto dopo una notte insonne per via di un interrogatorio e un tassista milanese. «L'è lü (E' lui)!», escalama il tassista Cornelio Rolandi. «Ma m'hai guardato bene?», ribatte l'anarchico Pietro Valpreda. «Bè, se non è lui, chi'l gh'è no», si convince il Rolandi. E così il mostro fu sbattuto in prima pagina. Il Rolandi si era presentato dai carabinieri di Milano la mattina del 15 dicembre, mentre si svolgevano i funerali di Piazza Fontana, convinto di aver trasportato sul suo taxi il responsabile della strage alla Banca dell'Agricoltura. La sua macchina era posteggiata a poco più di 100 metri dalla filiale. Un uomo con una valigetta aveva chiesto di portarlo nei pressi della Banca e di aspettarlo lì. Pochi minuti dopo era ...

“La piovra” in onda e la tv battezzò il racconto della mafia

Rai Uno, 11 marzo 1984, ore 20.30. Dopo il Tg, il primo canale della Radio televisione italiana presenta «un film in sei puntate». «Panorami siciliani profondi: un commissario venuto dal Nord indaga sulla morte di un collega, sulla figlia rapita, su una ragazza misteriosa e gattopardesca dedita alla droga, su fatti che non riesce a spiegare, su altri fatti che invece sa spiegarsi benissimo ma che non può provare». Così si legge sul Radiocorriere di quella settimana. Si tratta del primo episodio di uno sceneggiato che, ibridando generi differenti, conterà dieci edizioni. Il pubblico italiano, nell’anno del trentennale del piccolo schermo, guarda «una storia esemplare di mafia» che segnerà per sempre l’immaginario nazionale e internazionale sulla rappresentazione del grande crimine e della Sicilia. La trama di quella prima stagione l’hanno scritta Nicola Badalucco, trapanese, Lucio Battistrada e Massimo De Rita. La sceneggiatura è del premio Oscar Ennio De Concini. Le musiche di Riz Orto...